L'appello del presidente Fiorenzo Dadò al congresso
"Il Ppd non lascerà
il posto in governo"
CLEMENTE MAZZETTA
Dimenticare Argo1. Con un programma elettorale tutto sconti fiscali, sussidi, esoneri tasse, defiscalizzazioni, i popolardemocratici hanno lanciato, ieri, sabato, a Castione, la campagna per la riconferma del seggio in governo. "Il Ppd ha ancora molto da dire e non ha intenzione di lasciare il posto che gli aspetta", ha detto il presidente del partito Fiorenzo Dadò, che ha parlato degli attacchi subiti: "Sirene di disprezzo e di odio che hanno purtroppo ammaliato anche alcuni amici". Il seggio in governo non sarà in discussione, ma pare davvero in gioco. A sfidare Paolo Beltraminelli, il più "attrezzato" dei pretendenti è parso Raffaele de Rosa. Non solo perché ha catalizzato l’attenzione dei circa 600 partecipanti con un discorso sulle radici di un Ticino "onesto e operoso" - quello delle mani callose del padre operaio alla Monteforno, della madre operaia in una fabbrica, del nonno contadino - ma perché all’uscita una supporter distribuiva scientificamente a tutti il suo "santino". A Beltraminelli, l’assemblea ha però garantito un lungo e convinto applauso. Il ministro uscente ha rivendicato la riforma sociale come "uno dei maggiori risultati di questa legislatura", assieme al risanamento delle finanze. Dopo aver parlato della responsabilità sociale che ha caratterizzato la sua azione politica, e di rispetto dell’ambiente, ha invitato a "resistere e a non aver paura". Per convincere e autoconvincersi. In precedenza Dadò ha avuto parole di fuoco sul caso del funzionario statale condannato per coazione sessuale. "Un fatto di abusi e omertà a danni di alcune ragazze all’interno dell’amministrazione cantonale, sui quali il giudice Marco Villa, ha sentito il dovere morale di scusarsi pubblicamente a nome dello Stato", ha ricordato Dadò, assicurando che il Ppd "non permetterà che venga coperto dalla sabbia".
Quindi è stato illustrato il programma, le cui proposte "pratiche e realizzabili" erano state elaborate nella mattinata prima del congresso. Si tratta di undici punti, che vanno dall’introduzione dello sconto fiscale per i premi delle casse malati, all’aumento dell’assegno bebé da 3 a 5 mila franchi, al congedo paternità di due settimane, all’esonero per gli anziani della tassa sui cani. Ancora: dall’abbonamento generale sui mezzi pubblici a 100 franchi per gli anziani, alla costituzione di un fondo di 10 milioni per la formazione digitale nella scuola. Dall’istituzione della corte dei conti, agli incentivi per i disoccupati, all’aumento del 10% dei posti temporanei nelle case per anziani. E poi, ovviamente, il cavallo di battaglia: "L’imprescrittibilità dei reati gravi contro l’integrità sessuale". A portare i saluti del partito nazionale è intervenuto il presidente Gerhard Pfister, critico sui partiti e sul governo: "La svizzera ha un Consiglio federale, ma non un governo".
Poi è stata la volta dei candidati al consiglio di Stato. Alessandra Zumthor, che indossava una giacchetta azzurra, ha richiamato ai valori della dottrina sociale della chiesa. Michele Rossi, ha parlato di un Ppd partito del meglio "contro quelli del peggio", e della necessità di incamminarsi "sul sentiero della concretezza, abbattendo gli steccati verso gli altri partiti". Elia Frapolli ha giocato la carta della semplicità "sottolineando la necessità di "riscoprire la fiducia sul futuro".
A seguire la kermesse con i 90 candidati in Gran Consiglio. cmazzetta@caffe.ch
10.02.2019