Johnny Depp
"Sono orgoglioso
dei miei due figli"
ROSELINA SALEMI
È uno degli ultimi divi, di sicuro. Per quanto appannata sia ultimamente la sua immagine - non è più l’irresistibile zingaro di Chocolat o il Pirata dei Caraibi - al Festival di Venezia, i fan (o follower) hanno sfidato la pioggia battente con ombrellini, k-way e persino tende pur di vederlo. Alcune signore agitavano le bandierine "Justice for Johnny Depp" (l’ex moglie lo ha accusato di molestie, la Rete gli ha dato del razzista nei confronti dei nativi americani, per lo spot Dior del profumo Sauvage ) e lui ha gradito. Dimagrito, levigato, in completo blu e orecchini di diamanti, Depp post-depressione (ha fatto una lunga confessione l’anno scorso) porta piuttosto bene i suoi 56 anni con baffetti e lampi di biondo. Difende lo spot incriminato (che Dior ha subito ritirato dalla campagna social) dove capo indiano piumato si esibisce in una danza di guerra: "Posso assicurarvi che non c’erano cattive intenzioni. Perché avrebbero dovuto esserci?".
Nell’ultimo film, "Waiting the Barbarians", firmato dal regista colombiano Ciro Guerra e tratto dal romanzo del premio Nobel sudafricano John Maxwell Coetzee, è un anti-eroe, il sadico colonnello Joll, che, alla ricerca di un nemico lo crea torturando e uccidendo. Accade in un simbolico paese di frontiera, dove tutti vivono tranquilli, finché Joll non insinua il dubbio che i Barbari stiano per attaccare. "La cosa più interessante dei cattivi nelle storie è questa - spiega -, la mattina si svegliano, si lavano, si radono e di certo non lo fanno pensando ‘sarò il più cattivo del mondo’. Joll non è solo un cattivo. Immaginate com’è diventato così, com’è arrivato in quel luogo sperduto. Mi sono chiesto: è un uomo senza emozioni oppure in lui si nasconde un bambino spezzato? Il colonnello ha eretto muri di protezione intorno a sé per allontanare le emozioni, per sfuggire ai sentimenti". E Depp si chiede cosa fa quando è solo. E immagina "piange in bagno? C’è molto dietro a questo personaggio pronto ad aggredire chiunque possa scalfire la sua armatura: anche lui il mostro, è una vittima. C’è il sadico, aspetto esteriore, e poi il masochista che ha il controllo, e vive un conflitto, due facce della stessa medaglia. Alla fine siamo tutti esseri umani, magari con prospettive diverse, ma facciamo le cose per amore, per responsabilità o per distruggere il superfluo". Riflette sul mondo di oggi: "Chi ha in mano il potere? Chi decide che cosa è indispensabile? Oggi l’imperialismo non si esercita soltanto sugli uomini, ma sulla natura".
Si emoziona quando parla della figlia Lily-Rose, anche lei a Venezia nel cast di "The King" e protagonista delle cronache mondane. "Quando era più piccola, veniva spesso a con me, andavamo insieme ai festival, e ora è una gioia vedere questa giovane donna che si presenta con grande dignità, grazie alle scelte che ha fatto. Avrebbe potuto accettare film diversi, e guadagnare molto di più, ma non fa parte di lei. Ha iniziato con Natalie Portman, e poi due o tre film francesi. Sono molto orgoglioso di lei, è la mia bambina. Lei e mio figlio sono i miei dei".
"Waiting the Barbarians" è prodotto dalla Iervolino Entertainment: "Lavorare con gli italiani è sempre un’esperienza incredibile: tutti parlano così bene l’italiano (battuta, ndr), si mangia bene, io bevo un cicchetto ogni tanto e mi piace. Certo mi è costato molto fare questo film, ho dovuto pagarli per farmi scritturare…". Ma quando uscirà, c’è da scommettere che tanti vorranno gli occhiali neri, tondi, bizzarri ma interessanti del colonnello Joll ("non se li toglie mai, lo rendono impenetrabile, disturbante") che li usa "per non farsi venire le rughe attorno agli occhi". Con quelli il fatturato andrà a posto.
06.10.2019